lunedì 11 maggio 2009

Più serenità e meno "linee dure"


C'è molto da essere amareggiati dal comportamento dei rappresentanti del popolo Italiano, tanto laggiù in quel di Roma quanto nelle comunità locali nelle svariate città italiane.
Si guarda al Governo e si scopre che molto difficilmente l'Italia arriverà agli standard dei paesi con i quali normalmente si allinea. Si afferma che l'Italia non sarà mai multietnica, mentre le scuole e le Università sono piene di uomini di buona volontà, giunti nel nostro paese da un luogo lontano in cerca di istruzione, lavoro e serenità. Tre cose che, a giudicare dall'operato degli "statisti" seduti sulle poltrone del Parlamento e del Governo, non vengono tenute troppo in considerazione.

I dati sul numero di laureati in Italia parlano chiaro, così come quelli sul "precariato infinito" di chi, invece, la laurea se l'è sudata e ora deve farcela con 800 euro al mese. Come trovare la serenità in queste condizioni?

Per questo, la mancanza di serenità porta a discriminare chi, apparentemente, è visto come il beneficiario di un lavoro che spetterebbe ad altri; l'immigrato, il clandestino, l'extracomunitario, vengono visti come "pericolo" solo da chi ha la vista annebbiata dalla rabbia causata dalla mancanza di serenità.

La soluzione del Governo è stata quella della "linea dura" contro l'immigrazione clandestina, soluzione che rimuove uno strato superficiale del reale problema senza andarne a trovare le cause più profonde. Se gli italiani avessero più possibilità, più sicurezza economica, meno tensione politica e fossero informati su ciò che veramente sta loro a cuore non ci sarebbero problemi ad accogliere chi ha bisogno.

Gli italiani chiedono serenità, chiedono la fine della tensione, chiedono di trattare gli argomenti che gli sono più vicini. Chiudere le porte agli stranieri non li aiuterà ad arrivare a fine mese con più di 800 euro in tasca.

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