venerdì 6 marzo 2009

Autorità, questa sconosciuta


Ci si lamenta dell’insufficienza in condotta per gli studenti delle superiori, i genitori sono in rivolta, i loro pupilli hanno subito un vile attentato, i professori si sono permessi di giudicare gli studenti, è inaudito, una cosa mai successa. Da quando in qua i docenti si permettono di dare voti agli studenti, in che mondo viviamo?
Non so voi, cari lettori, ma io mi sto rendendo conto che il mondo sta improvvisamente cambiando rotta. E’ pauroso ed allo stesso tempo sconcertante constatare che il processo di involuzione stia diventando via via sempre più inesorabile.
Come è possibile parlare di certezza della pena nei confronti dei criminali se il rapporto con l’autorità viene sbeffeggiato ed aggirato fin dall’età scolare? Capisco il non punire eccessivamente i ragazzi fino alla fine della scuola media, ma a partire dalla prima superiore il ragazzo dovrebbe essere orientato a gestire il rapporto con l’autorità con ragionevolezza ed equilibrio.
Gradualmente e con l’aiuto costante dei genitori lo studente delle scuole superiori dovrebbe iniziare il cammino verso la maturità trovando nel professore un’autorità diversa e distinta da quella dei genitori i quali potranno ritenere necessario l’intervento qualora la punizione dovesse risultare esagerata rispetto al comportamento tenuto dal ragazzo.
Ciò a cui assistiamo negli ultimi tempi è una difesa sistematica degli studenti da parte dei genitori capaci di citare in giudizio un professore per una nota sul diario, per aver mandato uno studente dietro la lavagna o per averne proposto la sospensione.
Dove sta quindi l’errore? Dov’è lo squilibrio? Dov’è la ragione del comportamento di alcuni ragazzi che, fortunatamente non sono la maggior parte della nostra gioventù? La risposta è semplice, tutto si riduce nel comportamento dei genitori, alcuni dei quali non sono in grado di educare e crescere i propri figli, senza abituarli al rapporto con l’autorità, rapporto fondamentale per imparare a vivere.
Dare sempre e sistematicamente ragione ai ragazzi, mai una contraddizione, mai una regola, mai una discussione, queste sono tutte caratteristiche che portano il ragazzo a pensare di non dover avere limiti e di poter fare qualsiasi cosa.
E’ facile colpevolizzare la scuola, i ragazzi o qualsiasi altra istituzione, ma la scuola non può e non deve sostituire il compito della famiglia.
Il rapporto con l’autorità deve essere ben definito all’interno della famiglia e sviluppato nel corso degli anni, la difesa sistematica dei figli non giova a nessuno se non al mondo nel quale nessun genitore vorrebbe vedere accedere il proprio figlio.

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