lunedì 8 settembre 2008

Guerra Fredda o Guerra "al freddo"? L'Europa e il mondo fra Russia e Georgia.

Ho aspettato un po' prima di scrivere qualcosa sulla guerra che torna di scena in Europa. Ho aspettato un po', perché volevo vedere come si sarebbe evoluta, o involuta, la situazione del nuovo conflitto che sta infiammando il vecchio continente per la prima volta dopo i fatti del Kosovo del 1999. Di Kosovo avevamo già parlato dopo la sua dichiarazione di indipendenza dalla Serbia. Chi ha letto il mio articolo "Kosovo: chi ha paura dell'effetto domino" non potrà non ricordare i paesi che più erano preoccupati dalla situazione creatasi qualche mese fa nei Balcani.


La Georgia e la Russia, con la questione di Ossezia ed Abkhazia (vedi immagine) si sono meritate già da allora la nomina a primo tassello vittima de "l'effetto domino", anche se i motivi che hanno mosso la Russia ad intervenire come forza belligerante in Georgia vanno ben al di là della questione etnica.


Le minoranze russe nelle due regioni georgiane sono, infatti, una causa sufficiente, ma non determinante per scatenare una guerra che passa soprattutto attraverso altre 2 questioni da risolvere: il controllo dell' oleodotto sulla linea "Baku-Tbilisi-Ceyhan" e la preoccupazione che preme alla Russia da oltre un anno, ovvero il progetto di scudo spaziale ideato dagli Stati Uniti e che, ancora attraversa una fase difficile nei negoziati.


L'oleodotto BTC rappresenta uno snodo fondamentale per la produzione ed il trasporto dell'energia che arriva a tutta Europa; tale oleodotto rappresenta quindi la chiave che chiude il simbolico lucchetto fra l'Unione Europea, colpevole di non aver ancora accettato la Georgia come paese membro, e la Russia di Putin che, di fatto, si ritroverebbe in mano gli strumenti per evitare qualsiasi sorta di sanzione da parte dei paesi dell'Unione, minacciati dalla paura di rimanere senza riscaldamento durante l'inverno.


Nonostante questa minaccia sia di fatto vincolante per i possibili sanzionatori della Russia, non è l'unico motivo per il quale l'Europa non può intervenire. Infatti né la Russia né la Georgia fanno parte dell'Unione Europea, quindi, per quanto possa far sentire la sua voce in questo contesto, l'Unione non può sanzionare l'una o l'altra parte senza passare dalle Nazioni Unite.


Da qui si capisce che l'Unione Europea cammina lungo un sentiero molto stretto da un lato non potendo intervenire fisicamente per paura di ritorsioni da parte della Russia, dall'altro per una vera e propria mancanza di autorità sulle forze in campo.


Sull'altro versante lo "scudo spaziale" in allestimento in Polonia (ora paese NATO) implicherebbe l'installazione entro il 2012 di armi difensive coordinate da un radar situato in Repubblica Ceca. Tale scudo, sebbene sia considerato dagli Stati Uniti un semplice strumento di difesa rappresenta una minaccia non poco inquietante per la Russia, che si sente direttamente minacciata data l'esigua distanza fra lo scudo ed il suo stesso territorio. Per questo, quando anche Ucraina e Georgia furono nominate per entrare a far parte della NATO, Mosca si oppose severamente sapendo, però, di non avere gli strumenti per poter intervenire direttamente. Da qui la minaccia di intervento armato.


Alla luce di questi elementi si potrebbe anche affermare che una "Seconda Guerra Fredda" sia possibile anche nel XXI secolo. Tale affermazione, per il livello che i negoziati hanno raggiunto fino ad ora sembra essere ancora allarmistico; ma non si può negare che qualche campanello sia suonato e che si necessiti di una soluzione in grado di accontentare un po' tutti, soprattutto pensando alla situazione di stallo che si è vissuta fino al 1989, quando il mondo è rimasto in bilico per paura di una Guerra Atomica.


Che il nuovo Presidente degli Stati Uniti sappia gestire tale situazione? E' quello che, storicamente parlando, la maggior parte del mondo si attende.

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